La Bosnia, che è abbastanza vicina all’Italia, si sta islamizzando sempre più in fretta. Un estremista italiano è partito in guerra portando con se il figlio di tre anni, cresciuto nel veneto.
Lo scorso novembre, Ismar Mesinovic, un imbianchino islamico di Longarone ( Belluno) originario della Bosnia, è partito in guerra portando con sé il figlio di 3 anni. Il combattente jihadista è stato però sfortunato: negli scorsi mesi è apparsa in internet la fotografia del suo cadavere. Il bambino Ismail è però sopravvissuto, ed a prendersi cura di lui c’è Munifer Kalameleski, un amico islamico macedone del defunto padre.
Il combattente Munifer è molto premuroso, e si impegna a scrivere sms regolarmente alla famiglia del defunto padre per aggiornare i parenti sulla salute del bambino. Il piccolo Ismail, che saltella tra cadaveri sgozzati e mine in medio oriente, ed è oramai diventato la mascotte della truppa di miliziani made-in-europe, sta bene.
Ad avere dato la notizia è stata la madre Lidia che ha visto in internet le fotografie del bambino di 3 anni con il mitra (giocattolo) e la fascia del Daesh in fronte. Attualmente i carabinieri del Ros di Padova stanno operando per sabotare la rete di reclutatori della jihad in veneto e per tentare di riportare il bambino a casa dalla mamma.
La situazione è davvero tragica non tanto per il bambino – in guerra gli individui contano poco- bensì per la pericolosa deriva estremista che sta agitando sempre di più i paesi dell’Est Europa.
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