Massimo Fini, in un’intervista rilasciata ieri per
Intelligonews, ha detto una frase shock
inerente l’attentato a Charlie Hebdo: “ L’attacco è conseguenza della politica aggressiva
dell’occidente contro l’Isis”.
Evidentemente non ha nessuna intenzione né di
scusare né di giustificare gli estremisti, ma, avvalendosi di una visione
globale e storica della geopolitica, ne
ha semplicemente indicato la matrice.
A detta di Fini, l’avanzata dell’islam in occidente
descritta nel romanzo distopico “ Sottomissione” di
Michel Houellebecq ( uscito proprio ieri in francia) è la
diretta conseguenza della politica espansionista dell’Occidente negli anni
passati.
Infatti ha dichiarato:“ siamo noi stessi
all’origine dell’immigrazione, con la nostra tendenza ad invadere i mondi
altri. Avendo distrutto il loro mondo, questi emigrano verso il centro
dell’impero. Chi vuole il rispetto della propria identità deve rispettare
quella degli altri mentre distruggendo le loro economie noi abbiamo violentato
le loro identità.”
Gli attentati terroristici, ancor prima di essere
una questione religiosa, sono frutto di un’eredità storica dolorosa di cui noi
siamo stati complici.
Nel cuore della maggior parte dei cittadini del
medio oriente di fede islamica c’è una triste eco che rimbomba e che dice più o
meno così: : “ Gli occidentali hanno
invaso l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia.!” Ma, essendo .- per fortuna- molti
islamici persone perbene, cresciuti con il senso dell’alterità , del perdono e
della compassione ,non giungono a compiere atti estremi per rinfacciarci le
nostre colpe.
Gli estremisti dell’ISIS, non figli della religione
islamica bensì mostri partoriti dalla povertà, dal disadattamento sociale,
dalla violenza di strada e da uno stato psichico alterato, mutano questo
sommesso rancore inconscio in un disperato grido d’agonia e di vendetta.
Nell’urlo inneggiante Hallà di quell’essere-non più umano- che ha
massacrato il poliziotto inerme, non v’è nulla di religioso: V’è solo
l’angoscioso – e paradossalmente altruistico- bisogno di farsi giustizieri e
redentori di quei martiri islamici periti per mano dei nostri soldati. In casi
strazianti come questo non v’è da cercare il dialogo, perchè con chi urla non
si può discutere. Bisogna semplicemente evitarne il confronto, e questo
potrebbe avvenire, in modo pacifico, con serenità e tranquillità, mediante una
politica protezionistica e ragionevole che limita le migrazioni tra medioriente
ed occidente. In entrambe le direzioni.
Questo genere di azioni atroci, che dall’inchiostro
di Charlie Hebdo ne hanno tratto
lacrime, sono ingiustificabili ed in nessun modo possono venir accettate e
tollerate. Questa triste guerra infinita, che dalla ricerca del petrolio nero
in terre lontane s’è evoluta in pozze rosso sangue a Parigi, dovrebbe finire il
prima possibile perchè è tremenda per tutti ed umiglia l’intero genere umano.
Per questo è importante essere solidali coi famigliari delle vittime
di Charlie hebdo, e sostenere la loro battaglia pacifica fatta di ironia,
articoli e vignette. E, assieme a ciò sarebbe anche utile cercare di capire che
l’Isis ha le sue ragioni storiche per esistere, e che noi, invece, sostenendo
una politica che favorisce le migrazioni e scordando la nostra storia,
inizieremo a scomparire.
T.
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