SVIZZERA – Il nostro essere imprevedibili ha accresciuto la nostra capacità di adattamento alle situazioni più diverse, permettendoci di consolidarci e restare saldi nonostante lo sgretolamento economico di mezzo mondo
Cosa hanno in comune i fiammiferi, lo champagne, la penicillina ed il viagra? Il fatto che siano stati inventati per caso.
Nassim Nicholas Taleb è un filosofo che ha dedicato la sua vita allo studio dei processi d’incertezza, ed è giunto alla conclusione che l’imprevedibilità sia la miglior fonte di successo. In ambito economico esistono tre differenti rapporti con la variabile aleatoria, che sono l’avversione, la neutralità e la propensione.
Nel libro qui recensito è dimostrato come, non solo nelle aziende, la propensione al rischio sia tendenzialmente più fruttuosa dell’avversione dei confronti dell’imprevisto.
Il suo saggio intitolato “Antifragile*- prosperare nel disordine” spiega come i migliori eventi del mondo, e della storia, siano (quasi) sempre frutto di fatti inaspettati. Il suo pensiero filosofico si basa su osservazioni empiriche: I sistemi complessi sono per loro natura imprevedibili, e che perciò bisogna smetterla di voler controllare e programmare tutto a tavolino. In natura nulla è ordinato e regolare. Anzi, ci mette in guardia: Un eccesso di regolarità è malsano per ogni forma d’organismo. Un ente, sia esso umano, animale, economico, burocratico o sociale non è una macchina, quindi non può essere soggiogato a norme ed imposizioni troppo strette.
Questo vale anche per il business delle aziende: Un buon imprenditore deve osare mettere in gioco più del massimo, per poter ottenere grandi risultati. Se invece decide di operare in modo moderato la sua azienda forse non correrà rischi, ma sarà destinata al declino. Se il fiume non si butta dalle cascate è destinato a fermarsi e a diventare acquitrino paludoso. Tutto in natura deve evolvere, e correre il rischio dell’errore. E, d’altronde, l’adattamento darwiniano delle specie non è altro che una conseguenza a piccoli errori genetici che si sono poi rivelati vantaggiosi….
Nella vita, sia nelle faccende di cuore, di politica che di lavoro, bisogna accettare il fatto che tutto sia imprevedibile, ed agire di conseguenza. Persino correndo il rischio di mostrarsi decisi e temerari là dove gli altri si mostrano insicuri e timorosi. Chi è libero dalla malattia della routine ed è abituato a gestire gli imprevisti anche in caso d’errore non si scoraggia, anzi: trova sempre nuove vie con cui rafforzarsi e prosperare.
Secondo Taleb una società che ha bisogno d’eroi è composta da conigli che hanno bisogno di qualcun altro per compensare la loro vigliaccheria.
Già nel suo saggio “Il cigno nero” il filosofo del caso sostiene che imporre costanza ad un organismo vivo è pura follia. Infatti Hitler, Stalin e la Merkel hanno consacrato la propria esistenza nel tentativo di omogeneizzare, inscatolare, regolare ed appiattire un pluri-organismo come la nazione o, peggio ancora, il continente. L’ingenua mania delle sinistre per l’ordine ed il controllo è contro natura. Dato che la società umana è in assoluto il sistema più complesso esistente, pretendere azzerarne gli impulsi vitali, tarpando le ali alle iniziative più impreviste e disparate d’ogni regione e volendolo trattare come un apparecchio meccanico perfettamente prevedibile, e non come un essere vivente, a lungo termine lo si farà fallire.
Il bambino cresciuto da genitori troppo apprensivi che l’hanno voluto conformare agli altri, castrando la sua creatività in una campana di vetro, non lasciandolo mai giocare col fuoco e bocciandogli ogni sua iniziativa apparentemente è più sano ed equilibrato degli altri. Ma appena incontrerà un sasso sul suo sentiero vi inciamperà ferendosi gravemente e piangendo più del dovuto, non essendo abituato a correre, saltare e cadere. Meglio un po’ di incoscienza e tante piccole sbucciature al ginocchio, anziché una quiete innaturale che improvvisamente degenera in incidente mortale.
Nell’ultimo best-seller di Taleb, c’è un interessantissimo capitolo dedicato alla Svizzera, in cui l’accusa di essere irrazionale. È priva di un governo centrale, legalizza le armi, ha poche leggi, ha cantoni scoordinati, ha una minuscola banca centrale ed è soggetta a continue revisioni delle leggi per via dei referendum. A parere del teorico del caos sono proprio questi fattori, apparentemente rischiosi, che fanno del nostro paese il più “antifragile” del mondo. Il nostro essere imprevedibili ha accresciuto la nostra capacità di adattamento alle situazioni più diverse, permettendoci di consolidarci e restare saldi nonostante lo sgretolamento economico di mezzo mondo.
Proprio come una lotteria anche la politica è soggetta a variabili casuali. E l’unico modo per vincere è osare mettersi in gioco, esattamente come fa l’economo propenso al rischio che decide di compiere un’azione la cui conseguenza dipende da un elemento aleatorio, piuttosto che restare nella posizione statica in cui si trova. In politica la propensione al rischio è , nella maggior parte dei casi, vincente, cosa che già il Nano sapeva bene. Se avesse sempre agito in modo moderato e timoroso delle possibili conseguenze negative non avrebbe messo a repentaglio la sua incolumità. Ma non avrebbe nemmeno rivoluzionato il nostro amato cantone e non ci avrebbe arricchito politicamente allo stesso modo. L’audacia è una strategia vincente, sia per i singoli che per le collettività. Prendiamo esempio!
Quindi, avvalendomi del diritto naturale all’azzardo, mi permetto di concludere dicendo che un Europa che ci impedisce di prendere i nostri rischi, facendoci ad esempio ripetere l’ultimo referendum, può solo andare a farsi fottere.
J. LILIANA TAMI
STUDENTE IN FILOSOFIA
STUDENTE IN FILOSOFIA
* Antifragile: neologismo coniato da Taleb. È il contrario di fragile, benchè non sia sinonimo di resistente. Un oggetto resistente resta immune alle percosse, ma ne resta inalterato. Un oggetto antifragile grazie ai colpi imprevisti ( cosiddetti “cigni neri”) accresce la sua forza e le sue potenzialità.
http://www.mattinonline.ch/la-mania-di-controllo-delle-sinistre-e-contro-la-natura-stessa-della-svizzera/
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