La divisa scolastica: Affetto e libertà
Fin dalle ere più remote della storia l’uomo ha sempre mostrato il suo impegno per dare agli abiti, oltre che al valore estetico, un valore simbolico.
Le incisioni rupestri ritrovate nelle grotte preistoriche ed i video clip di Lady Gaga hanno una cosa in comune: Mostrano lo stretto rapporto che vi è tra il vestire e la propria posizione sociale e/o spirituale.
Gli antichi Celti Leponzi , della regione Insubrica, amavano adornare il proprio corpo con simboli celesti ed indossavano elmi dalle forme peculiari per caratterizzare la propria identità, esattamente come oggi certi giovani ragazzi amano farsi define “ Punk” “ intellettuali” “ Hipster” “ metallari” “ Skin heads” in virtù di un particolare modo di vestirsi. Negli adolescenti un segno d’appartenenza ad una determinata “filosofia” di vita può essere mostrata appunto portando creste o vestendosi con abiti che ricalcano lo stile dei propri idoli musicali o politici, o, al contrario, facendo apposta ad indossare abiti discreti e semplici che contraddistinguono dall’orgia di colori che è la moda attuale.
Negli adulti il bisogno di tradurre le proprie posizioni in simboli vestiari od orpelli viene mantenuto: Un piccolo crocefisso al collo, una cravatta di marca, le scarpe da basket o una cintura con delle edelweiss sono tutti simboli con cui un individuo afferma , seppur in modo minimo, il proprio IO mediante la ricerca estetica .
La divisa dei poliziotti,il foulard degli scout, il velo delle suore e le tute sportive dei calciatori famosi, portati con orgoglio, sono uno strumento, anche un po’ ludico, tramite cui viene affermata drasticamente una propria scelta di vita e l’appartenenza ad un determinato gruppo. Allo stesso modo, anche la divisa scolastica può essere uno strumento con cui rafforzare , anche simbolicamente, la volontà nel concludere al meglio delle proprie facoltà la scuola frequentata.
Per i ragazzi, in particolar modo quelli delle scuole medie, indossare un'uniforme – col logo della propria sede ed il pin della propria classe- sarebbe davvero una bella opportunità per potersi contraddistinguere dagli altri babbani“ Che non sanno cosa vuol dire la fatica di studiare in quella scuola”. Tramite la divisa scolastica è possibile affermare con determinazione , per 8 ore al giorno, la propria identità pubblica. Che poi nel privato i ragazzi amino indossare gli anfibi con la punta di ferro o le scarpe col tacco leopardate, le bretelle o le minigonne, le t-shirt colorate o le camice bon-ton , le felpe fluo o le gonne nere ben venga: La creatività dei giovani è sempre apprezzata ed, entro ai limiti dell’igiene , dell’amor proprio e della decenza, va anche incoraggiata.
L’idea di adottare un simbolo con cui contraddistinguere i nostri ragazzi nelle scuole pubbliche sarebbe, a parer mio, davvero un ottimo modo per rafforzare il legame affettivo all’interno delle classi e delle singoli sedi. Inoltre l’adottare un abito identitario, come nel caso dello scoutismo, che in Ticino ha grande popolarità, verrebbe vissuto dai giovani intelligenti in modo in modo ludico, giocoso ed entusiasta, perchè non va a minare quella che è la vita privata degli individui e perchè darebbe anche la bellissima opportunità...di far prevalere la sostanza di ognuno sulla quella che invece è la forma. La divisa, oltre che un ruolo motivante ed identitario ed un’ottimo mezzo con cui apprendere l’ordine e la pulizia, sarebbe anche un’ottimo strumento con cui arginare la piaga del bullismo.
Quante volte accade, purtroppo, che un ragazzino solo perchè in grado di vestirsi più figo degli altri riesce per questo a conquistare un posto da leader in una classe? La divisa costringerebbe tutti a perdere il potere “estetico” che giocano sugli altri, costringendo poi i “ bulletti” ad imporsi sui compagni non più con lo stile del vestiario bensì mediante l’intelletto e le idee. In ogni caso, un leader carismatico, con o senza divisa, non perderebbe il suo statuto da capoclasse ed allo stesso modo chi è sicuro delle proprie posizioni e del proprio stile di vita non lascerà dipendere da due pezzi di stoffa la propria personalità. Quindi, chi maggiormente si lamenterà del dovere indossare una divisa, saranno proprio i ragazzi più deboli ed insicuri che avranno paura di veder svanire la propria persona dietro ad un simbolo.
Al fine quindi di promuovere la libertà di espressione dei ragazzi, mediante canali non solamente estetici, si potrebbe pensare di rendere obbligatorio l’uso delle divise nelle scuole elementari ed in quelle medie.
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