lunedì 18 agosto 2014

La Barbie col Burqua? No grazie!

BARBIE – La famosa bambola americana in lento declino, mentre sta avendo successo Fulla, la bambola col velo… ma noi preferiamo la tedesca Bild Lilli…

La teoria eliocentrica di Copernico e i testi anti-clericali di Giordano Bruno avevano inaugurato un 17°secolo razionale ed empirico, che fu terreno fertile non solo per il libertinismo ed in seguito per l’illuminismo, ma anche per una vera e propria emancipazione dal fanatismo religioso. Questo clima di fiducia nell’uomo e distacco dai dogmi opprimenti turbò il filosofo, scienziato e religioso Blaise Pascal( 1623-1662). Nella sua opera “pensieri” difende la religione cristiana ed accusa la ragione di non essere sufficiente a spiegare tutte le cose del mondo. Pascal, scandalizzato dai cicisbei e dai libertini in parrucca bianca e bigodini, elabora una teoria secondo cui il divertimento non è altro che un modo per fuggire al pensiero della morte. Il bisogno di giocare e divertirsi, insomma, è un mezzo per non pensare al proprio funerale. Questa necessità di fuggire dal timore del trapasso con il divertimento é ben testimoniato dalla storia dell’ultimo secolo: È infatti dalle macerie della Germania nazista che ha fatto capolino il faccino sorridente del primo prototipo della Barbie: Bild Lilli.
Bionda, tettona, alta 29 centimetri e mezzo ed inventata M. Hausser è stata messa sul mercato il 12 agosto 1955. Questa donnina da fumetto, sorridente e maliziosa, è un simbolo catartico, in quanto ha partecipato all’esorcizzare i demoni di guerra ancora presenti nella gente. È stata, nel suo piccolo, redentrice dei mali del mondo.
Nel 1956 una coppia di americani, gli Handler, fondatori del celebre marchio Mattel, andarono in vacanza nella nostra cara Svizzera, e videro in una vetrina di un negozio di giocattoli la bellissima Lilli. Se ne innamorarono, la portarono in america, le fecero un po’ di chirurgia estetica, le cambiarono il nome in Barbara Millicent Roberts e il 9 marzo 1959 la rimisero sul mercato. Ebbero un successo clamoroso. La nuova bambola, poi soprannominata Barbie, rubò la scena all’europea Lilli. Divenne lei la più diffusa e famosa del mondo: Solo nel primo anno, al prezzo di tre dollari, ne vennero vendute 350 mila. Così, per colpa della pubblicità, le bambine svizzere e tedesche abbandonarono Lilli in nome della stessa identica cosa prodotta dalle multinazionali Americane, nuocendo all’economia ed alla cultura nostrana. La Barbie americana è stata uno dei tanti strumenti con cui siamo stati conquistati e privati della nostra identità storico-culturale. Colpevole d’aver partecipato a fare delle nostre terre una grottesca appendice degli USA la Barbie ha però comunque il merito d’esser stata simbolo dell’emancipazione femminile.
Ma ora c’è un altro problema: Ad Hallà proprio per questo ultimo motivo la Barbie non piace, quindi recentemente le è stato imposto il velo. La bambola schiava col velo si chiama Fulla. È stata ideata attorno al 1999 e prodotta dalla New Boy FZCO a Dubay. Nel settembre 2003 alcune zone dell’arabia saudita hanno reso illegale la vendita della Barbie, perché giudicata scandalosa e di cattivo esempio per le bambine. La brava, quieta e silenziosa Fulla, col collo stretto nel cappio dello Hijab, è apparsa sul mercato quello stesso anno. Ha ottenuto successo in Cina, Brasile, nord Africa, Egitto ed Indonesia. I suoi capelli sono castani, ma non è importante perchè in ogni caso sotto al velo non si vedono.
La Barbie rubata agli europei è una donna libera ed in grado di scegliere la professione che preferisce. La Fulla islamica, a sua volta plagiata agli americani, è chiusa in casa ed è succube al marito ed all’etichetta sociale. Presso queste latitudini l’emancipazione della Ragione dal dogma religioso, che esiste solo in potenza ma non ancora in atto, è ben visibile proprio nel modo in cui i divertissments sono poco tollerati in quanto giudicati avversi alla dottrina religiosa. Dato che ad Hallà è attribuita l’umana necessità di difendere il proprio nome, al fine d’evitare che possa sentirsi offeso dalla leggerezza di Fulla , sono state prodotte persino delle confezioni contenenti il tappetino per le preghiere.
A differenza di Barbie che ha il brevetto di pilota d’ aerei Fulla, in Arabia Saudita, è stata costretta a stare sul sedile posteriore dell’ auto giocattolo: Non le è permesso guidare. Questa bambola oppressa dimostra che ogni tirannia religiosa , se applicata alla politica, diventa disastrosa, e questo non solo nei paesi islamici: Basti vedere l’insensata solidarietà che Papa Francesco mostra con gli immigrati che tutti i giorni giungono a flotte sulle sponde europee. L’età dei lumi non è solo tolleranza, come direbbe Voltaire, ma anche capacità di discernimento ed analisi razionale della società.
Oggi più che mai, in vista d’un futuro potenzialmente gramo per l’europa – ma non per l’eurasia- s’avverte il bisogno di giocare e divertirsi per non pensare alla Morte. Infatti i settori delle cosiddette “frivolezze” , dalla chirurgia estetica ai giochi elettronici, sono gli unici a sembrar immuni alla crisi.
Ma Barbie, figlia del dollaro e dell’euro, inizia ad essere fuori moda e non ha più soldi per il chirurgo plastico. Sta morendo. La Mattel è andata in rosso, per via di un calo di vendite del 14% nel mondo. È stata una perdita di 11,3 milioni, e sembra non arrestarsi. In futuro Fulla diventerà sempre più potente, e bisogna far in modo che non invada i nostri scaffali. A questo punto non resta che giocare con le Matrioske, anche se l’ideale sarebbe comunque riuscire a riesumare la cara e buona Bild Lilli.
Liliane Tami

http://www.mattinonline.ch/fulla-la-barbie-col-velo-molto-meglio-la-nostrana-bild-lilli/

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