Martedì 28 aprile,
presso l’Università Cattolica di Milano, ha avuto luogo una conferenza
intitolata “ Istituzione, Media e Terrorismo”.
A tenere alta l’attenzione vi erano il prof. Marco Lombardi, docente di crisis management and risk communication, il dott. Maurizio Romanelli, coordinatore del dipartimento terrorismo ed attività eversive della Procura di Milano e Procuratore aggiunto della Repubblica, ed ul prof. Farouq Warl Eissa, docente di cultura e lingua araba.
A tenere alta l’attenzione vi erano il prof. Marco Lombardi, docente di crisis management and risk communication, il dott. Maurizio Romanelli, coordinatore del dipartimento terrorismo ed attività eversive della Procura di Milano e Procuratore aggiunto della Repubblica, ed ul prof. Farouq Warl Eissa, docente di cultura e lingua araba.
Il convegno, moderato da
Andrea Lavazza, caporedattore di Avvenire, si è aperto con Farouq Wael Eisse,
che ha criticato aspramente la nostra società attuale per due motivi fondamentali: La perdita dei nostri valori e l'uso improprio che facciamo dei mass-media, fomentandoci da soli il nostro terrore.
Primo problema:
L’incontro tra Islam e modernità
A scatenare gli attentato terroristici, a
detta sua, non sono i versetti del corano, bensì l’incontro tra le culture arabe e
l’occidente, oramai svuotato dei suoi valori. L’ordigno della religione islamica
è stato reso esplosivo proprio dal suo scontro forzato con la modernità. Boko
Haram, gruppo terroristico attualmente guidato da Abubakar Shekau che il 7
marzo scorso ha giurato fedeltà all’ISIS,
in lingua hausa vuol dire “ L’istruzione occidentale è proibita”. Secondo
le stime di Riccardo Ferretti, questa società paladina dell’antioccidentalismo avrebbe già ucciso 13.000 mila civili ( di cui
ben 6300 solo nell’aprile 2014), tra cui , soprattutto, cristiani. Farouq Warld
Eissa ha sottilineando che, per una gran parte del mondo medio orientale “
occidente” è , paradossalmente, sinonimo di violenza e confusione. Basti
pensare che è stata proprio la modernità figlia del liberismo statunitense a
trasformare le sciabole egiziane in cannoni ed a trasformare i coltelli
iraniani in Smart Bomb.
Secondo problema: la
parola “ legge” in arabo non esiste.
Cosa è la libertà per
gli occidentali? I musulmani non riescono a contestualizzare questo termine,
dal momento in cui la loro intera esistenza è segnata dal concetto di Islam,
ossia “sottomissione “ a Dio, e la libertà può essere trovata solo percorrendo la strada che porta alla fonte dell’acqua,
ossia la shar’ia. Dal momento in cui la libertà cessa di percorrere la via di
Dio si muta in peccato, e ciò rende schiavi del male. E che senso ha essere
liberi nel corpo, se poi lo in realtà si è schiavi di Iblis , allegoria del
male?
Altro grande dilemma del
mondo islamico è l’esistenza della legge e dei codici penali. Come possono
esistere delle sentenze universali che vanno bene per tutti, dal momento in cui
ogni individuo è dotato di un proprio buon senso individuale ( ra’yn) e che
ogni problema può esser valutato singolarmente
da un’esperto di teologia, il Muftì, ? Il professore di cultura araba ha
concluso dicendo che,nonostante la pretesa dell’Islam di essere uno stato
universale, la convivenza tra cristiani ed islamici può esistere, ed alcuni
splendidi esempi a riguardo sono la Siria ( moderata) o l’Iraq. A patto, però,
che i cristiani godino della loro libertà senza perdere di vista i valori
morali minimi.
Il prof Marco Lombardi ha
confermato che l’islam politico, essendo una religione, non ha ragione
d’esistere. Poi ha anche messo in luce un’altro problema: Quello della
territorialità. L’Isis, l’Islamic State of Iraq e Siria, continua a proclamarsi
tale anche se invade il territorio geografico di altre nazioni. I popoli
musulmani, discendendo da tribù nomadi, non hanno inglobato il concetto di
“territorialità” legato allo spazio terrestre che invece è tanto caro agli
identitari europei. Questo Islamic state, diviso in province, è davvero una
grande minaccia per l’Occidente, ma è eliminabile. Però la coalizzazione
anti-isis, messa in piedi da Obama, non sembra intenzionata a combatterlo per
davvero. Basti pensare che la Giordania, da sola ed in soli 2 giorni di
bombardamenti, ha distrutto ben il 20% degli arsenali dell’Isis, cosa che
invece gli Stati Uniti, nonostante il grande chiasso mass mediatico e gli
immensi investimenti, non hanno ancora fatto.
Le strategia a “doppio
binario” dell’ISIS
L’ISIS possiede una
regia competente di tutti i mezzi di comunicazione, e soprattutto si avvale di
“prodotti” specifici per il target che vuole colpire.
Noi, in occidente,
abbiamo una visione orripilante dei miliziani, perchè loro si impegnano a farci
avere il materiale contenente gli scempi più orribili. Purtroppo i nostri mass
media, come afferma Monica Maggioni, godono nell’amplificare queste immagini
che ci incutono terrore e diffondono impotenza. Nei paesi governati
dall’Islamic State i terroristi si trasformano in gentili papà di famiglia che
distribuiscono brochure con fiorellini e smiles sorridenti ai bambini su cui è
spiegato perchè è cosa buona e giusta lo stato islamico. L’Isis è forte perchè
usa le nostre vulnerabilità culturali ( cioè la perdita dei fondamenti morali e
culturali) e e perchè ci lasciamo impressionare dalle sue minacce, che di fatto
sono solo esagerazioni. È fondamentale, per questo. smettere di stare al loro gioco terroristico e sponsorizzare sui mass media il loro lato dolce/ridicolo/paradossale per esorcizzarne la paura. A riguardo, basti pensare la quantità di jihadisti che nel tempo libero allattano micini.
Il Dottor Romanelli ha
chiuso la conferenza focalizzando l’attenzione sulla questione geopolitica. A
detta sua, il motivo del terrorismo islamico è il vecchio scontro tra “ Blocco
occidentale” e “ Blocco orientale” che ha contraddistinto la guerra fredda. Il
padre dell’Isis è stato lo scontro per le materie prime che è in atto in medio
oriente.
Esistono infatti due principali gasdotti, causa di quasi tutti i conflitti :
1)Il gasdotto della Russia , che passa attraverso la Siria e l’Iran
2) Il gasdotto della Turchia, controllato dall'occidente
Questo spiega come mai, nonostante l’Arabia Saudita sia una dittatura molto più severa di quella tenuta da Gheddhafi, sia comunque tollerata e persino sostenuta dagli Stati Uniti. L’Isis è divenuto il capo espiatorio- ma non bisogna dimenticare che l’Arabia Saudita ha fatto ancora più morti. Accanto all’Arabia Saudita vi è anche un altro paese dalle posizioni ambigue:
Il Qatar, tollerato dagli Stati Uniti in virtù delle sue riserve petrolifere, è anche uno dei maggiori finanziatori dell’Islamic State. Inoltre il Qatar, nono fondo monetario mondiale, grazie alla sua ricchezza, rischierà di rivelarsi, per noi, un vero e proprio conquistatore: basti pensare al fatto che ha appena comprato il noto marchio italiano Valentino e la serie di nuovi palazzi appena inaugurati nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Momentaneamente l’occidente si preoccupa dei miliziani e delle teste mozzate e disperde le proprie attenzioni nella paura del sangue, senza riuscire ad accorgersi che il vero avanzamento dell’Islamic State è perpetrato sotto altri nomi e per mezzo della carta di credito.
Sempre più persone lasciano l’europa per raggiungere l’Islam e viceversa: In Inghilterra i ghetti islamici si sono trasformati in vere e proprie società parallele con un loro tribunale ed il fenomeno dei foreign fighters, nati cristiani, che decidono di lasciare tutto per combattere con Hallà è in crescita. Il futuro è preoccupante, ma non tanto per via dell’islam in sè, bensì per la perdita di noi stessi.
Esistono infatti due principali gasdotti, causa di quasi tutti i conflitti :
1)Il gasdotto della Russia , che passa attraverso la Siria e l’Iran
2) Il gasdotto della Turchia, controllato dall'occidente
Questo spiega come mai, nonostante l’Arabia Saudita sia una dittatura molto più severa di quella tenuta da Gheddhafi, sia comunque tollerata e persino sostenuta dagli Stati Uniti. L’Isis è divenuto il capo espiatorio- ma non bisogna dimenticare che l’Arabia Saudita ha fatto ancora più morti. Accanto all’Arabia Saudita vi è anche un altro paese dalle posizioni ambigue:
Il Qatar, tollerato dagli Stati Uniti in virtù delle sue riserve petrolifere, è anche uno dei maggiori finanziatori dell’Islamic State. Inoltre il Qatar, nono fondo monetario mondiale, grazie alla sua ricchezza, rischierà di rivelarsi, per noi, un vero e proprio conquistatore: basti pensare al fatto che ha appena comprato il noto marchio italiano Valentino e la serie di nuovi palazzi appena inaugurati nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Momentaneamente l’occidente si preoccupa dei miliziani e delle teste mozzate e disperde le proprie attenzioni nella paura del sangue, senza riuscire ad accorgersi che il vero avanzamento dell’Islamic State è perpetrato sotto altri nomi e per mezzo della carta di credito.
Sempre più persone lasciano l’europa per raggiungere l’Islam e viceversa: In Inghilterra i ghetti islamici si sono trasformati in vere e proprie società parallele con un loro tribunale ed il fenomeno dei foreign fighters, nati cristiani, che decidono di lasciare tutto per combattere con Hallà è in crescita. Il futuro è preoccupante, ma non tanto per via dell’islam in sè, bensì per la perdita di noi stessi.
Il professor Romanelli
ha concluso il suo discorso con la toccante immagine di Guido Galli, professore
universitario vittima di terrorismo politico
il cui sangue ha sporcato il pavimento dell’università, per far capire
che, purtroppo, il terrorismo, con una forma o con un’altra, continuerà a
mieter vittime innocenti. Che poi ad uccidere siano fondamentalisti religiosi o
semplici esaltati che usano la politica o la fede come pretesto per “giocare”
ad impallinare persone per davvero poco importa: dal comunista ( poi diventato “nero”) Roberto Sandro agli
islamici la strategia resta del terrore sempre la stessa, e l’importante è non lasciarsi
prendere dal panico. I mass media dovrebbero rassicurare la popolazione,
anzichè impaurirla e creare ansia inutile nelle persone. Pensate ai jihadisti coi gattini. È una tattica anche questa.
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