venerdì 9 gennaio 2015

Per rispettare gli islamici....dobbiamo rispettare anche noi stessi


Massimo Fini, in un’intervista rilasciata ieri per Intelligonews,  ha detto una frase shock inerente l’attentato a Charlie Hebdo: “ L’attacco è conseguenza della politica aggressiva dell’occidente contro l’Isis”.
Evidentemente non ha nessuna intenzione né di scusare né di giustificare gli estremisti, ma, avvalendosi di una visione globale  e storica della geopolitica, ne ha semplicemente indicato la matrice.

A detta di Fini, l’avanzata dell’islam in occidente  descritta  nel romanzo distopico “ Sottomissione” di Michel Houellebecq ( uscito proprio ieri in francia)  è  la diretta conseguenza della politica espansionista dell’Occidente negli anni passati.
Infatti ha dichiarato:“ siamo noi stessi all’origine dell’immigrazione, con la nostra tendenza ad invadere i mondi altri. Avendo distrutto il loro mondo, questi emigrano verso il centro dell’impero. Chi vuole il rispetto della propria identità deve rispettare quella degli altri mentre distruggendo le loro economie noi abbiamo violentato le loro identità.”

Gli attentati terroristici, ancor prima di essere una questione religiosa, sono frutto di un’eredità storica dolorosa di cui noi siamo stati complici.

Nel cuore della maggior parte dei cittadini del medio oriente di fede islamica c’è una triste eco che rimbomba e che dice più o meno così: : “ Gli occidentali  hanno invaso l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia.!” Ma, essendo .- per fortuna- molti islamici persone perbene, cresciuti con il senso dell’alterità , del perdono e della compassione ,non giungono a compiere atti estremi per rinfacciarci le nostre colpe.
Gli estremisti dell’ISIS, non figli della religione islamica bensì mostri partoriti dalla povertà, dal disadattamento sociale, dalla violenza di strada e da uno stato psichico alterato, mutano questo sommesso rancore inconscio in un disperato grido d’agonia e di vendetta.

Nell’urlo inneggiante Hallà  di quell’essere-non più umano- che ha massacrato il poliziotto inerme, non v’è nulla di religioso: V’è solo l’angoscioso – e paradossalmente altruistico- bisogno di farsi giustizieri e redentori di quei martiri islamici periti per mano dei nostri soldati. In casi strazianti come questo non v’è da cercare il dialogo, perchè con chi urla non si può discutere. Bisogna semplicemente evitarne il confronto, e questo potrebbe avvenire, in modo pacifico, con serenità e tranquillità, mediante una politica protezionistica e ragionevole che limita le migrazioni tra medioriente ed occidente. In entrambe le direzioni.

Questo genere di azioni atroci, che dall’inchiostro di  Charlie Hebdo ne hanno tratto lacrime, sono ingiustificabili ed in nessun modo possono venir accettate e tollerate. Questa triste guerra infinita, che dalla ricerca del petrolio nero in terre lontane s’è evoluta in pozze rosso sangue a Parigi, dovrebbe finire il prima possibile perchè è tremenda per tutti ed umiglia l’intero genere umano.

Per questo è importante  essere solidali coi famigliari delle vittime di Charlie hebdo, e sostenere la loro battaglia pacifica fatta di ironia, articoli e vignette. E, assieme a ciò sarebbe anche utile cercare di capire che l’Isis ha le sue ragioni storiche per esistere, e che noi, invece, sostenendo una politica che favorisce le migrazioni e scordando la nostra storia, inizieremo a scomparire.


T.

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