mercoledì 22 aprile 2015

Un film contro al razzismo...verso i bianchi



Cheyenne-Marie Carron è una giovane regista francese emblema del multiculturalismo:
 È infatti una bellissima ragazza mulatta  ( a vent’anni faceva la fotomodella)  che, dall’età di tre anni, vive dalla famiglia adottiva europea Carron. Dopo di lei la sua nuova famiglia multicolore ha accolto anche un altro bimbo di origine indiana con cui ha condiviso un’infanzia meravigliosa.

Nonostante questa  bellissima esperienza d’amore multietnico vissuta in prima persona la giovane Cheyenne si è resa conto però di un problema: l'immigrazione, se è tale da superare le popolazioni locali, diventa un problema insostenibile.

Questo film è la testimonianza oggettiva che dimostra che il razzismo, di cui di solito si accusano gli europei, è in realtà un fatto reciproco. “Patries”, che  è stato girato in meno di venti giorni ( le riprese, eseguite con un budget bassissimo, sono iniziate il 3 marzo e sono terminate il 22), mostra infatti l'astio che gli immigrati africani nutrono, a volte, nei confronti dei francesi bianchi che li accolgono.

La prima proiezione, che è stata fissata per il 20 giugno, è attesa con un certo timore proprio per via del tema estremamente delicato. Il razzismo nei confronti dei bianchi è, momentaneamente, ancora un tabù.

Il protagonista è il giovane Sébastien che, per volere della famiglia, è costretto a trasferirsi nella banlieau parigina. Il suo arrivo è però molto difficile perchè per far fronte alla solitudine cerca di integrarsi nel gruppo di giovani del suo quartiere che sono però...tutti neri. Viene deriso, emarginato e schernito dal gruppo di ragazzi africani che cerca di “ghettizzarsi” da solo.  

Il giovane capro espiatorio, grazie all’amico Pierre, proveniente dal Camerun, riuscirà però pian piano a farsi accettare dal gruppo  e potrà finalmente sentirsi a casa nel proprio quartiere.

https://www.youtube.com/watch?v=HIDScURItHE

1 commento:

  1. Il Lieto Fine è compendio obbligatorio per chi vive la fiaba modernista della (pseudo) integrazione. Famiglia meticciata, melting pot, inno domestico all'arcobaleno. Attenzione: non è lungometraggio di denuncia quello cui assistiamo, bensì un tentativo un po' sciatto di 'cerchiobottismo' in salsa NJO..
    Il termine specifico mutuato dalla Cointelpro americana per fotografare il tutto, a mio parere è: controllo del danno. E' risaputo come l'invasione di alieni sia distruttiva per tutte le culture. Una carezza in testa ai Bianchi autoctoni, quindi, e via di nuovo verso il multiculturalismo delle Banlieu..con il cuore sanguinante.

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