venerdì 1 maggio 2015

Contro-propaganda: Pensare ai jihadisti coi gattini. Parola di un esperto.


Martedì 28 aprile, presso l’Università Cattolica di Milano, ha avuto luogo una conferenza intitolata “ Istituzione, Media e Terrorismo”.
 A tenere alta l’attenzione vi erano  il prof. Marco Lombardi, docente di crisis management and risk communication, il dott. Maurizio Romanelli,  coordinatore del dipartimento terrorismo ed attività eversive della Procura di Milano e Procuratore aggiunto della Repubblica, ed ul prof. Farouq Warl Eissa, docente di cultura e lingua araba.


Il convegno, moderato da Andrea Lavazza, caporedattore di Avvenire, si è aperto con Farouq Wael Eisse, che ha criticato aspramente la nostra società attuale per due motivi fondamentali: La perdita dei nostri valori e l'uso improprio che facciamo dei mass-media, fomentandoci da soli il nostro terrore.

Primo problema: L’incontro tra Islam e modernità
 A scatenare gli attentato terroristici, a detta sua, non sono i versetti del corano, bensì  l’incontro tra le culture arabe e l’occidente, oramai svuotato dei suoi valori. L’ordigno della religione islamica è stato reso esplosivo proprio dal suo scontro forzato con la modernità. Boko Haram, gruppo terroristico attualmente guidato da Abubakar Shekau che il 7 marzo scorso ha giurato fedeltà all’ISIS,  in lingua hausa vuol dire “ L’istruzione occidentale è proibita”. Secondo le stime di Riccardo Ferretti, questa società paladina dell’antioccidentalismo  avrebbe già ucciso 13.000 mila civili ( di cui ben 6300 solo nell’aprile 2014), tra cui , soprattutto, cristiani. Farouq Warld Eissa ha sottilineando che, per una gran parte del mondo medio orientale “ occidente” è , paradossalmente, sinonimo di violenza e confusione. Basti pensare che è stata proprio la modernità figlia del liberismo statunitense a trasformare le sciabole egiziane in cannoni ed a trasformare i coltelli iraniani in Smart Bomb.

Secondo problema: la parola “ legge” in arabo non esiste.
Cosa è la libertà per gli occidentali? I musulmani non riescono a contestualizzare questo termine, dal momento in cui la loro intera esistenza è segnata dal concetto di Islam, ossia “sottomissione “ a Dio, e la libertà può essere trovata solo percorrendo la strada che porta alla fonte dell’acqua, ossia la shar’ia. Dal momento in cui la libertà cessa di percorrere la via di Dio si muta in peccato, e ciò rende schiavi del male. E che senso ha essere liberi nel corpo, se poi lo in realtà si è schiavi di Iblis , allegoria del male?
Altro grande dilemma del mondo islamico è l’esistenza della legge e dei codici penali. Come possono esistere delle sentenze universali che vanno bene per tutti, dal momento in cui ogni individuo è dotato di un proprio buon senso individuale ( ra’yn) e che ogni problema può esser valutato singolarmente  da un’esperto di teologia, il Muftì, ? Il professore di cultura araba ha concluso dicendo che,nonostante la pretesa dell’Islam di essere uno stato universale, la convivenza tra cristiani ed islamici può esistere, ed alcuni splendidi esempi a riguardo sono la Siria ( moderata) o l’Iraq. A patto, però, che i cristiani godino della loro libertà senza perdere di vista i valori morali minimi.

Il prof Marco Lombardi ha confermato che l’islam politico, essendo una religione, non ha ragione d’esistere. Poi ha anche messo in luce un’altro problema: Quello della territorialità. L’Isis, l’Islamic State of Iraq e Siria, continua a proclamarsi tale anche se invade il territorio geografico di altre nazioni. I popoli musulmani, discendendo da tribù nomadi, non hanno inglobato il concetto di “territorialità” legato allo spazio terrestre che invece è tanto caro agli identitari europei. Questo Islamic state, diviso in province, è davvero una grande minaccia per l’Occidente, ma è eliminabile. Però la coalizzazione anti-isis, messa in piedi da Obama, non sembra intenzionata a combatterlo per davvero. Basti pensare che la Giordania, da sola ed in soli 2 giorni di bombardamenti, ha distrutto ben il 20% degli arsenali dell’Isis, cosa che invece gli Stati Uniti, nonostante il grande chiasso mass mediatico e gli immensi investimenti, non hanno ancora fatto.

Le strategia a “doppio binario” dell’ISIS
L’ISIS possiede una regia competente di tutti i mezzi di comunicazione, e soprattutto si avvale di “prodotti” specifici per il target che vuole colpire.
Noi, in occidente, abbiamo una visione orripilante dei miliziani, perchè loro si impegnano a farci avere il materiale contenente gli scempi più orribili. Purtroppo i nostri mass media, come afferma Monica Maggioni, godono nell’amplificare queste immagini che ci incutono terrore e diffondono impotenza. Nei paesi governati dall’Islamic State i terroristi si trasformano in gentili papà di famiglia che distribuiscono brochure con fiorellini e smiles sorridenti ai bambini su cui è spiegato perchè è cosa buona e giusta lo stato islamico. L’Isis è forte perchè usa le nostre vulnerabilità culturali ( cioè la perdita dei fondamenti morali e culturali) e e perchè ci lasciamo impressionare dalle sue minacce, che di fatto sono solo esagerazioni. È fondamentale, per questo. smettere di stare al loro gioco terroristico e sponsorizzare sui mass media il loro lato dolce/ridicolo/paradossale per esorcizzarne la paura. A riguardo, basti pensare la quantità di jihadisti che nel tempo libero allattano micini. 


Il Dottor Romanelli ha chiuso la conferenza focalizzando l’attenzione sulla questione geopolitica. A detta sua, il motivo del terrorismo islamico è il vecchio scontro tra “ Blocco occidentale” e “ Blocco orientale” che ha contraddistinto la guerra fredda. Il padre dell’Isis è stato lo scontro per le materie prime che è in atto in medio oriente. 

Esistono infatti due principali gasdotti, causa di quasi tutti i conflitti :

 1)Il gasdotto  della Russia , che passa attraverso la Siria e l’Iran

2) Il gasdotto della Turchia, controllato dall'occidente

 Questo spiega come mai, nonostante l’Arabia Saudita sia una dittatura molto più severa di quella tenuta da Gheddhafi, sia comunque tollerata e persino sostenuta dagli Stati Uniti. L’Isis è divenuto il capo espiatorio- ma non bisogna dimenticare che l’Arabia Saudita ha fatto ancora più morti. Accanto all’Arabia Saudita vi è anche un altro paese dalle posizioni ambigue:

 Il Qatar, tollerato dagli Stati Uniti in virtù delle sue riserve petrolifere, è anche uno dei maggiori finanziatori dell’Islamic State. Inoltre il Qatar, nono fondo monetario mondiale, grazie alla sua ricchezza, rischierà di rivelarsi, per noi, un vero e proprio conquistatore: basti pensare al fatto che ha appena comprato il noto marchio italiano Valentino e la serie di nuovi palazzi appena inaugurati nei pressi della Stazione Centrale di Milano. Momentaneamente l’occidente si preoccupa dei miliziani e delle teste mozzate e disperde le proprie attenzioni nella paura del sangue, senza riuscire ad accorgersi che il vero avanzamento dell’Islamic State è perpetrato sotto altri nomi e per mezzo della carta di credito. 

Sempre più persone lasciano l’europa per raggiungere l’Islam e viceversa: In Inghilterra i ghetti islamici si sono trasformati in vere e proprie società parallele con un loro tribunale ed il fenomeno dei foreign fighters, nati cristiani, che decidono di lasciare tutto per combattere con Hallà è in crescita. Il futuro è preoccupante, ma non tanto per via dell’islam in sè, bensì per la perdita di noi stessi.

Il professor Romanelli ha concluso il suo discorso con la toccante immagine di Guido Galli, professore universitario vittima di terrorismo politico  il cui sangue ha sporcato il pavimento dell’università, per far capire che, purtroppo, il terrorismo, con una forma o con un’altra, continuerà a mieter vittime innocenti. Che poi ad uccidere siano fondamentalisti religiosi o semplici esaltati che usano la politica o la fede come pretesto per “giocare” ad impallinare persone per davvero poco importa: dal comunista  ( poi diventato “nero”) Roberto Sandro agli islamici la strategia resta del terrore sempre la stessa, e l’importante è non lasciarsi prendere dal panico. I mass media dovrebbero rassicurare la popolazione, anzichè impaurirla e creare ansia inutile nelle persone. Pensate ai jihadisti coi gattini. È una tattica anche questa. 


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